15 settembre 2001. EuroSpeedway Lausitz, Germania.
Alessandro Zanardi,ex- pilota di Formula Uno di 35 anni nato a Bologna, ha
appena realizzato un’incredibile rimonta nella gara della categoria CART in
scena sul circuito tedesco. Alex, partito in 22° posizione, a tredici giri
dalla fine si trova al primo posto. Sta uscendo dalla corsia dei box, dove ha
appena effettuato l’ultima sosta della sua corsa, quando perde improvvisamente
il controllo della vettura che si intraversa lungo la pista. Proprio in quel
momento si trova sulla stessa linea un suo connazionale, Alex Tagliani.
L’impatto è terrificante.
La monoposto di Tagliani colpisce perpendicolarmente la vettura di Zanardi all’altezza del muso, dove sono posizionate le gambe, spezzando in due la Honda guidata dal pilota bolognese. Lo schianto provocò l’istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori. Inoltre, Zanardi ebbe sette arresti cardiaci e rimase per 55 minuti con meno di un litro di sangue nel corpo. Venne ricoverato all’ospedale di Berlino, dove rimase in coma farmacologico per tre giorni. Dopo sei settimane di ricovero e circa venti operazioni subite, Zanardi lasciò l’ospedale tedesco e cominciò la riabilitazione.
La monoposto di Tagliani colpisce perpendicolarmente la vettura di Zanardi all’altezza del muso, dove sono posizionate le gambe, spezzando in due la Honda guidata dal pilota bolognese. Lo schianto provocò l’istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori. Inoltre, Zanardi ebbe sette arresti cardiaci e rimase per 55 minuti con meno di un litro di sangue nel corpo. Venne ricoverato all’ospedale di Berlino, dove rimase in coma farmacologico per tre giorni. Dopo sei settimane di ricovero e circa venti operazioni subite, Zanardi lasciò l’ospedale tedesco e cominciò la riabilitazione.
Qualunque persona a questo punto si sarebbe abbattuta, si
sarebbe rassegnata all’ingiustizia della vita, ma Alex no, il “Trattore”, come
viene chiamato dagli amici, non è un tipo che molla facilmente. Nel dicembre
dello stesso anno, Alex ha già ripreso a camminare grazie alle sue speciali protesi e ha già la forza di sdrammatizzare sul suo incidente: “Se mi si
dovessero rompere di nuovo le gambe, questa volta basterebbe soltanto una
chiave a brugola per rimettermi in piedi, e ora non rischio più di buscarmi un
raffreddore camminando scalzo”. A meno di un anno dall’incidente Alex torna già
in pista, e lo fa proprio in Germania, proprio sul circuito dove perse le
gambe. Zanardi completa simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001
facendo registrare dei tempi così alti che molte scuderie rimangono
impressionate e decidono di offrirgli un posto per gareggiare nel mondiale
WTCC, conosciuto come “Mondiale Turismo”, del 2005. Alex non si limita a
partecipare, ma vince addirittura il Campionato Italiano Superturismo.
Zanardi nel 2007 decide di chiudere la sua carriera
automobilistica, e di intraprendere quella paraciclistica, correndo con una
“Handbike”, una speciale bicicletta per persone che hanno perso l’uso degli
arti inferiori. I risultati non tardando ad arrivare, e nel 2011, dopo anni di
sacrifici, trionfa alla maratona di New York e conquista l’argento ai
campionati mondiali in Danimarca. Undici anni dopo il suo incidente, partecipa
ai XIV Giochi paralimpici estivi di Londra 2012, dove conquista due medaglie d’oro e un argento. Al termine della
Paralimpiade, Alex viene scelto come portabandiera italiano per la cerimonia di
chiusura dei Giochi. Nel 2013 conquista anche la Coppa del Mondo, rendendolo
così uno dei paraciclisti più vincenti della storia di questo sport.
Alex non è un campione solo in pista, ma lo è anche
nella vita reale. È l’ottobre 2012, e lo scenario è la maratona di Venezia.
Zanardi non vince la gara, non arriva nemmeno sul podio, ma compie un’impresa
che definirla “epica” non renderebbe abbastanza l’idea. Il campione bolognese partecipa alla
gara con Eric Fontanari, un diciassettenne tetraplegico conosciuto pochi mesi
prima, il quale aveva confessato a Zanardi che il suo sogno era proprio quello
di correre la maratona di Venezia. La tempesta abbattutasi su Venezia non aiuta
assolutamente Alex, che sospinge Fontanari sino al 25° chilometro, quando il
campione olimpico si accorge delle difficoltà del compagno:il diciassettenne
inizia a patire il freddo e a causa di spasmi muscolari non riesce più a
controllare la sua handbike. In un primo momento l’idea è quella di ritirarsi, ma
Zanardi non può far in modo che il sogno del ragazzo si infranga in questo modo
e a pochi chilometri dal traguardo. Per questo motivo sgancia la ruota
anteriore di Fontanari e lega il mezzo del ragazzo con il suo. A fine gara
Zanardi dichiarerà: “Abbiamo smontato la ruota anteriore della carrozzina di
Eric, l’ho legata dietro a me e siamo ripartiti. Sembravamo l’A-Team”. Alex è
esausto, ma le parole di incitamento di Fontanari risuonano nella testa di
Zanardi: “Vai Trattore che ce la facciamo, arriviamo al traguardo!”.
A un centimetro dall’arrivo Alex si ferma
improvvisamente: scende dalla sua handbike e trascina Eric fino al traguardo,
facendo transitare sulla linea d’arrivo prima il corpo del ragazzo.
Questa è la storia di Alex Zanardi, il Trattore, l’uomo
con due gambe in meno, ma con un cuore in più.
Il video del terrificante incidente di Alex Zanardi
Giorgio Basile
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