Vorrei aprire una breve parentesi sul valore della cresima. Se non si capisce il valore di quello che si fa, ma lo si fa solo per prassi e per adeguarsi a un’usanza, ha ciò in definitiva valore? Chiaramente no. Un ragazzo di tredici anni, senza un rudimento finanche minimo di filosofia e teologia comparata, può avere gli strumenti per scegliere il proprio credo? No, per questo se lo fa imporre dalla Norma. Personalmente non sono cresimato, poiché Dei gratia fui disgustato, con mia somma fortuna, dal sistema che sceglieva per me dei valori in cui credere.
Parimenti, il battesimo somministrato al neonato, non ha il benché minimo senso. Ognuno é libero.
Ma se non si é liberi di scegliere neppure la propria religione, di che rivoltante libertà stiamo parlando?
Il valore della cresima, comunque, decade ulteriormente, se consideriamo l’opinione che gli adolescenti hanno di questo sacramento. Esso é visto come un modo per ottenere regali e soldi facili dai parenti. Questo fu uno dei motivi che mi spinsero a rinunciare a cresimarmi. Preferii restare un cristiano nel bozzolo, che evolvermi a macroglossa della vergogna, della menzogna e dell’ipocrisia. Squarciai il coccoon più tardi, quando il mio sistema iniziò a prendere una rudimentale forma.
Viene, infine, da chiedersi se non vi siano ragioni oscure dietro a questa precocità e fretta di un rituale così importante. Se io fossi maligno e sottile e malizioso, non esiterei a dire che si cerca di indottrinare i giovani, indifesi e senza una opinione critica sufficiente, cercando di circoscrivere il loro libero pensiero a quello di San Pietro; che si cerca di soffocare ogni possibile atto di coscienza dell’assurdità e ipocrisia di certi signori altolocati con pesanti anelli d’oro alle grasse dita miserabili; che si vuole deformare il ferro della ragione finché é caldo e dare come una alternativa quella cattolica. Ma questo, in ultima analisi, é a tutti gli effetti incontrovertibilmente una forma di Totalitarismo. Ricordo che il Regime Fascista aveva organi deputati all’educazione dei bambini, che venivano instradati giovanissimi all’amore cieco verso il duce e che, passando da una fascia d’età all’altra, cambiavano nome: una coincidenza così evidente eppure così poco discussa con la ritualità cattolica. Può essere che lo veda solo io?
Chiudo precisando che non sono un mangiapreti, anzi, sono un accanito sostenitore del più pacifico laissez-faire morale: finché non si arreca danno al proprio prossimo, si può fare quel che si vuole; il che dovrebbe essere logico, ma sorprendentemente (senza alcun sarcasmo inteso) non lo é. Ho sentito il bisogno di scrivere questa considerazione a causa di certe accuse di cari amici (con tutto il sarcasmo inteso) che mi accusavano di non conoscere sufficientemente il cristianesimo per poterlo criticare. Vi dirò spassionatamente che, non solo sono molto più preparato sulla storia del cristianesimo di qualsiasi cieco credente che si limita al culto, ma che lo apprezzo a tal punto da considerarne valido solo il messaggio iniziale di amore. Quando il Cristianesimo non aveva una sorta organizzazione gerarchica, il suo messaggio puro era più che valido. Ora pur troppo, non è più così. Purtroppo. Bisogna ritrovare Integrità.
Francesco Mari
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