"Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si è giovani, mio caro lettore. Il cielo era così stellato, così luminoso che, guardandolo, ci si chiedeva istintivamente: è mai possibile che sotto un simile cielo vivano uomini collerici e capricciosi ?" Così inizia il breve romanzo Le notti bianche scritto da Fëdor Dostoevskij e pubblicato per la prima volta nel 1848. Il racconto narra quattro notti di incontri di un ragazzo ed una ragazza di Pietroburgo che, attraverso profondi dialoghi, con assoluta fiducia e sincerità, rivelano la loro solitudine esistenziale, dal momento che "Quanto più siamo infelici, tanto più profondamente sentiamo l'infelicità degli altri; il sentimento non si frantuma, ma si concentra." Il protagonista si autodefinisce un "sognatore" che".. nelle strade cammina a capo chino, ma se osserva qualcosa, sia pure l’inezia più comune", per cui "il fatto più insignificante assume un colore fantastico nella sua mente.