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mercoledì 31 dicembre 2014

"Eròmenos" significa "amore" per i greci

Ora, noi tutti sappiamo chi era Alessandro Magno.

Figlio di Filippo secondo di Macedonia, si diceva discendesse da Eracle per parte di padre, e da Achille per parte di madre.

Focalizziamoci ora su questo ultimo dettaglio.
Vi erano effettivamente analogie tra Alessandro e Achille?

Per rispondere a questa domanda, vorrei introdurre il concetto di "Eròmenos", dalla tradizione della Pederastia greca di Atene.
"Eròmenos" significa "giovane maschio che ama ed intrattiene una relazione con un uomo adulto".
La Pederastia indica appunto questo fenomeno.

Sono molte le leggende peculiari sul conto di Alessandro: i suoi problemi di alcolismo, la figura dell'amato cavallo Bucefalo e quant'altro.

Ma se io ora vi dicessi che Alessandro aveva un Eròmenos  tutto per sé, potreste crederci?


Alessandro ricevette una delle migliori educazioni da uno dei più celebri filosofi della storia: Aristotele.

Conobbe Efestione perché era anch'egli allievo di Aristotele.

Tra i due l'intesa fu immediata: parlando di loro Aristotele li definiva come "una sola anima che risiede in due corpi".

Efestione regalò il primo giorno ad Alessandro un dente da latte cadutogli la notte prima;
Alessandro per non essere da meno si strappò un dente davanti all'amico, glielo donò, e gli disse che sarebbero stati amici per sempre.

Efestione accompagnò Alessandro durante tutte le sue battaglie e spedizioni di conquista.

Quando morì (probabilmente di malattia), il dolore di Alessandro fu immenso e incontenibile:
fece crocifiggere Glaucia, il medico responsabile delle cure di Efestione, radere al suolo il tempio di Asclepio, dio della Medicina, bandire i flauti e ogni tipologia di musica celebrativa/allegra ed infine tagliare le criniere e le code a tutti i cavalli, in segno di lutto.

Lui stesso si rase a zero, gettando i meravigliosi capelli biondi e riccioluti nella pira funebre dell'amico, lo stesso gesto compiuto da Achille in onore della morte di Patroclo.

Giacque disteso sull'amico morto per un giorno intero;
non aveva più altra consolazione, in seguito al terribile evento, se non l'alcol.

La prova ultima del rapporto eròmenos-eràstes (uomo adulto amato) tra i due, risale ad un altro episodio della loro infanzia quando, presi dalla voglia di diventare eroi, e seguire le orme dei loro miti, Achille e Patroclo, si recarono in pellegrinaggio alle tombe dei due per rendere loro omaggio.
Una volta in prossimità di queste, Alessandro pose una ghirlanda di fiori sulla tomba di Achille, mentre Efestione ne pose una sulla tomba di Patroclo.

Citando il Simposio, Alessandro ed Efestione erano le due metà di quell'essere potentissimo teorizzato da Platone, che Zeus aveva diviso in due, temendone il potere.

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